PERCHE’ SPESSO VOGLIAMO FARCI MORDERE DAL CONTE DRACULA?
Ci capita di rimuginare su qualcosa che ci hanno detto e chiederci perché è sfuggito di bocca a quella persona di cui ci fidiamo: qual è il suo scopo? Vuole ferirci o sta scherzando?
Il “mumble mumble” comincia il suo percorso.
Benvenuti in uno dei processi comunicativi oggi più praticati, quello caratterizzato dal sospetto. Vuole sedurmi, dominarmi, vuole qualcosa che io non voglio.
Ma da quanto tempo va avanti questo rapporto distorto?
Il Conte Dracula riassume bene l’immagine del manipolatore.
Ci fa sentire privi di energie. Conosce i nostri punti deboli e ci si attacca come un ragno sulla tela. Ma perché la manipolazione abbia effetto, bisogna essere in due: manipolato e manipolatore.
Il vampiro succhia il sangue, ma la vittima porge la giugulare. Si fa succhiare fiducia ed energia lasciando incustoditi i propri confini. Problemi con l’abbandono, questioni aperte con il mondo delle relazioni? Colpirà lì. Non ci piacciamo? Affonderà in questo la sua lama. Cercherà di farci dubitare delle nostre percezioni e della nostra memoria, negherà di aver detto quello che ha detto. Il suo obiettivo è far crollare le nostre certezze.
Abbiamo messo su un paio di chili. Siamo un po’ rotondi ma niente di che. Arriva l’amico e la prima frase è: «Sei ingrassato». Gli diamo un’occhiata. Ha una pancia mai vista. Deborda sui lati e, in prospettiva, piccoletto di statura, sembra un’anguria.
Replichi con un sorriso: «Anche tu». Vieni immediatamente accusato di essere permaloso, sarcastico, di avere la coda di paglia, di essere privo di senso dell’umorismo. Essere sinceri, o addirittura assertivi, è un difetto. In te. Se sei manipolabile ti rodi nel senso di colpa.
La manipolazione ha diverse facce: stoccate, ricatti, indifferenza emotiva, disorientamento, è un rapporto disfunzionale che si poggia su un uso distorto del potere.
Non tollerando la minima obiezione, che vive come una sfida alla sua visione del mondo e alla sua realtà, chi manipola vuole piegare gli altri al suo modo di vedere, vuole dominare, avere potere sull’altro.
E per fare questo utilizza la derisione, il disprezzo, l’accusa o ci fa sentire incapaci. Centellinando o in una volta sola. Si presenta come vittima impotente e noi non vediamo il coltello che impugna per ferirci. Perché la vittima siamo noi. Il confine tra vittima e carnefice è labile e spesso è determinato da un nostro profondo bisogno di riconoscimento e approvazione.
I legami distorti e manipolatori tendono a ripetersi.
Se l’amore in famiglia è stato un’esperienza così, è probabile che nella vita adulta faremo il bis e il tris fino a quando non avremo capito il perché.
La capacità di distorcere la realtà è infinita? La sete di potere e il bisogno di aver ragione risucchia in un gorgo materno senza fondo? Se questo è quello in cui annaspiamo, l’unica è tagliare.
Senza colpevolizzarci per non avere capito prima: non ne eravamo in grado.
Spezzare i legami alterati con chiunque ci voglia convincere che i nostri sentimenti sono diversi da quelli che proviamo è la via della guarigione. E la porta per un modo sano, libero e nutriente di comunicare.