Nei Tarocchi esiste la carta numero 13 che rappresenta la Morte, con teschio, falce e tunica. Ma, malgrado l’immagine non certo rassicurante, essa simbolizza il processo per cui qualcosa smette di essere com’è, per dare luogo ad altro che va a prendere il posto di ciò che non c’è più, cioè in una parola esprime la Trasformazione.
La saggezza popolare e la coscienza collettiva sono ben consapevoli di questo passaggio che il vivere attivamente implica: le cose cessano di essere per far posto a ciò che è nuovo e quindi entrano in un diverso assetto. Che riguardi la perdita di una persona cara o di un luogo, di un lavoro o di una situazione economica, il processo non cambia. Prima o poi nella vita di tutti noi arrivano ostacoli, perdite, traumi, difficoltà. E tutti noi siamo chiamati a scegliere se rimanere attaccati a modalità condizionanti o fare quel passo in più.
Un passo in più che, per la prima volta, nella storia del nostro pianeta, abbiamo cercato di fare tutti insieme e per gli stessi motivi. Un qualcosa di straordinario che, se ben usato, può dare uno slancio non indifferente.
Improvvisamente ci troviamo alle prese con svariate emozioni bloccate da mesi: la socializzazione in primis e la relativa sensazione di esclusione – il primo giorno in mezzo alla gente o il primo viaggio in treno, l’entrata in un negozio, il passeggiare sulla sabbia -; l’incertezza dei malesseri; l’inaspettata libertà; un nuovo approccio agli strumenti tecnologici per modalità lavorative alternative; un realismo maggiore di fronte alle situazioni in cui ci troviamo.
Già solo il fatto di accorgerci che in tanti vivremo ciò, ci alleggerisce il peso interno e sicuramente ci darà modo di incontrare chi ci potrà dare altre chiavi di lettura utili. Molto importante è focalizzarci su ciò che potremo effettivamente migliorare. È inutile insistere su ciò che è fuori dal nostro controllo. Rimanere immobili, non scegliere, creerà una condizione di paralisi opprimente. Altra cosa rilevante è guardare a lungo termine per ritrovare un senso di speranza, un qualcosa che magari in questo momento non vediamo, ma che potrebbe avere molto significato più in là nel tempo.
Bisognerà imparare a percorrere questa parte del cammino in cui alcune cose resteranno indietro e altre proseguiranno, anche se non saranno più le stesse, dice J.Bucay. E’ necessario riuscire a correggere sulla nostra mappa le cose che sono cambiate perché questa carta non è il territorio e il mondo in cui viviamo non può essere troppo lontano da quello che abbiamo come obiettivo.
Ultima cosa. Curiamo noi stessi. Anche nella difficoltà non perdiamo l’abitudine di volerci bene, trattarci bene facendo movimento, mangiando con criterio e dormendo bene, mantenendo contatti sereni e stimolanti.
Questa cura, che potrebbe sembrare completamente fuori luogo in un momento di difficoltà, sarà quella da cui partirà… il passo oltre